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4) 50 giorni per trovare un marito
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ТЕМА: 4) 50 giorni per trovare un marito
4) 50 giorni per trovare un marito 10 года, 8 мес. назад #109
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50 GIORNI PER TROVARE UN MARITO
Capitolo 1 Mi chiamo Jane Browing, benvenuti nella mia vita! Fino a pochi giorni fa, ero una persona normale. Ho ventisette anni e lavoro come assistente presso la piu irascibile e collerica disegnatrice di interni di tutta Atlanta, Georgia. Come la maggior parte delle ragazze single che lavorano, vivo in un appartamento "normale", con la pressione dell'acqua tremendamente bassa e una coinquilina. Non ho praticamente una vita sociale perche trascorro le mie serate a cucire fodere per cuscini con la macchina da cucire portatile che mi regalarono i miei genitori quando mi diplomai al liceo. Oh, naturalmente spero - un giorno - di incontrare l'uomo con cui trascorrere il resto della mia vita, ma per il momento non ne vedo nemmeno l'ombra. Alcuni amici, parenti o clienti ben intenzionati della signora Thornberry (la tiranna per la quale lavoro) provano in continuazione a fissarmi degli appuntamenti con l'uomo giusto, ma ho l'impressione che quando parlano di me al Mister Perfezione di turno dicendo "c'e una povera ragazza, abbastanza carina, oberata dal lavoro, di nome Jane che vorrei presentarti", il suddetto Mister declini rispettosamente l'invito. Ma non e forse vero che il destino sceglie sempre un tempismo perfetto? La scorsa settimana ero seduta a osservare la "cara" signora Thornberry che distruggeva urlando il lavoro di un'ora perche avevo cucito a un cuscino una frangia di due centimetri anziche una da un centimetro e ottanta, e stavo seriamente riconsiderando la possibilita di cambiare lavoro. Fino a quel momento avevo resistito perche credevo che, il giorno che alla signora Thornberry fosse venuto un infarto, mi sarei trovata nella posizione di acquisire la sua lista di clienti e sfruttare il mio talento per vivere ad un livello leggermente superiore a quello della soglia della poverta. Scusate, sto divagando come al solito! Come dicevo, ero seduta a guardare il mio lavoro di un'ora che veniva disfatto in un momento... quando ricevetti una telefonata. La signora Thornberry non gradiva che io ricevessi telefonate private sul lavoro, ma quella volta fece un'eccezione, probabilmente grazie alla dose di valium che aveva appena ingerito. Si trattava del signor James Van Meter, avvocato di uno degli studi legali piu importanti di Atlanta (lo disse lui, non io). Voleva informarmi che la signora Mille, la vecchietta che viveva nel mio palazzo e alla quale ogni tanto facevo la spesa, era in realta la famosa milionaria Millicent Maxwell. Capirete, la signora Mille era morta due settimane prima... Fui io a trovarla, quando salii al suo appartamento prima di recarmi al lavoro per domandarle se lei o il suo gatto avessero bisogno di qualcosa. La vidi seduta sul letto, appoggiata ai cuscini, con i capelli bianchi sciolti sulle spalle e un sorriso sereno sul volto, come se fosse stata felice di morire in quella posizione. Poiche la signora Mille non aveva parenti, immaginai che l'avvocato mi telefonasse per comunicarmi che avevo ereditato il suo gatto, Boswell, un maschio grigio con la coda tagliata. E avevo ragione. Ma non sospettai l'altro regalo, cosi strettamente connesso agli uomini, che la signora invece mi lascio. "Mi stai prendendo in giro" esclamo la mia coinquilina Linda quando gliene parlai. A dire il vero, non utilizzo proprio il termine "prendere in giro"... L'avevo incontrata per caso quando entrambe stavamo cercando qualcuno con cui condividere le spese d'affitto. Linda e una parrucchiera con una forte predilezione per i top attillati e i reality show alla televisione, ma paga regolarmente l'affitto e non si lamenta quando trova scampoli di stoffa di tutte le dimensioni in cucina, la stanza piu grande di tutto l'appartamento. "La vecchietta ti ha lasciato un milione di dollari?" "A una condizione, pero..." precisai io ancora sconcertata. "Quale?" "Devo sposarmi entro cinquanta giorni lavorativi." Linda si acciglio. "Cosa? Perche?" "Il signor Van Meter mi ha raccontato che la signora Maxwell si innamoro da giovane di un ragazzo che la sua famiglia non accetto, quindi non lo sposo. Ma si e sempre pentita di quella decisione." "E che cosa c'entra con te questa storia?" Sollevai le spalle. "Mi chiedeva sempre per quale motivo non avessi ancora un fidanzato. Mi ripeteva in continuazione che lavoro troppo." "Aveva ragione." "Be', comunque, immagino che lasciarmi l'eredita sia stato il suo modo per forzarmi un po' la mano." Linda mi afferro per le spalle e comincio a saltellare. "Sei una milionaria! Milionaria, ti rendi conto?" Io scoppiai a ridere. "No, mia cara. Lo saro solo quando mi sposero." "Oh, quella e una semplice formalita" sospiro la mia amica con sufficienza, agitando la mano davanti a se. "I ragazzi faranno a gara per sposarti, adesso." "Grazie tante..." "Mi hai fraintesa. Questa e la tua grande opportunita." "Linda, la signora Mille era ovviamente anziana, quindi un po'... suonata. Non posso sposare qualcuno che nemmeno conosco o che frequento da pochi giorni." "Perche no? Ti sposi, erediti la somma e poi divorzi. Semplice!" "Ci sono delle altre clausole... il matrimonio dev'essere anche consumato, deve durare almeno un anno e devo convivere con mio marito." Linda fece spallucce. "E allora?" "E allora? Linda, non ho intenzione di vendermi! Nemmeno per un milione di dollari!" "Ehi, aspetta un momento... non mi sembra che sia tu a venderti, ma il ragazzo che ti sposera." Sospirai esasperata. "E' la stessa cosa!" "Non dirmi che stai seriamente pensando di rinunciare a quel denaro." "Sei sorda? Non ho un fidanzato, nemmeno un amico... inoltre voglio essere innamorata dell'uomo che sposero." "Mah... per secoli siamo andati avanti grazie ai matrimoni combinati." "Sara, ma a me non sembra giusto." Si avvicino e mi fisso negli occhi. "Pensaci, e un consiglio da amica. Hai cinquanta giorni a disposizione... vuol dire dieci settimane per trovare l'uomo giusto. Quindi devi dedicare tutto il tuo tempo alla caccia di un uomo." "Hai di nuovo battuto la testa contro la libreria?" "Non cambiare discorso. Hai gia informato tua madre?" "Non ancora." "Bene." Rovisto nel cassetto dello scrittoio ed estrasse un foglio di carta e una penna. "Lascia che mi occupi io della faccenda." "Sto gia sudando freddo: che cosa hai intenzione di fare?" "Mobilizzero tutti i miei contatti per ricavarne una lista di potenziali candidati." "Candidati?" "Si, possibili mariti per te." "Linda, per favore..." "Jane, e l'occasione della tua vita! In fondo, quali rischi corri? Incontri dei ragazzi per dieci settimane, possibilmente trovi l'uomo della tua vita, e diventi milionaria... tutto qui." "E... che cosa succede se, invece, NON incontro l'uomo della mia vita?" Linda si mise le mani sui fianchi e mi squadro da capo a piedi. "Potresti stare peggio di cosi?" Io aprii le labbra per replicare, ma non usci nemmeno un filo di voce. Cosi lei intese quel silenzio come accondiscendenza muta e si precipito ad afferrare il telefono. "Sara divertente, vedrai!" Non c'e bisogno che vi confessi i miei atroci dubbi. Capitolo 2 Fissai attonita la pagina del quotidiano piu importante di Atlanta, incapace di credere che parlasse proprio di me, Jane Browing, come se fossi una star. La mia vita era finita, e l'ufficiale medico all'obitorio avrebbe archiviato la causa della mia morte come "esposizione alla pubblica vergogna". "Quella ficcanaso di una giornalista ha davvero frugato nella mia immondizia, dopo che mi sono rifiutata di parlare con lei!" Gettai disgustata il giornale sul tavolo dove io e la mia compagna di appartamento Linda stavamo facendo colazione. "Ehi! Vorrei proprio sapere, innanzitutto, come diavolo ha fatto a scoprire dell'eredita della signora Millie." Linda mi sembro particolarmente attenta nello spalmare il burro su una fetta di pane tostato. Improvvisamente compresi. "Ommioddio! Sei stata tu! Tu sei la fonte anonima citata nell'articolo!" Linda finalmente sollevo lo sguardo e mi gratifico con un sorriso luminoso. "Dai, Jane! In fondo e una gran bella pubblicita." Allibita la fissai per qualche secondo. "Non puoi parlare sul serio..." Lasciai ricadere le braccia lungo il corpo, con le maniche del pigiama svolazzanti. "Adesso quei poveri ragazzi che tu e mia madre vi siete affrettate a contattare, si sveglieranno, leggeranno la prima pagina del giornale e scopriranno di essere stati catapultati in una specie di "gioco delle coppie", come nelle peggiori trasmissioni televisive!" "Non te la prendere; se qualcuno dei ragazzi non apprezzera l'articolo, sara automaticamente escluso dalla lista." "Ma perche ti impegni tanto a trovarmi un marito? Che vantaggi ne puoi trarre?" Linda fece spallucce. "Che ne diresti di una piccola percentuale dell'eredita?" Socchiusi gli occhi. "Quanto piccola?" "Il dieci per cento..." "Cosa?" "Il due... il due per cento, in modo da avere il denaro necessario per aprire un salone di bellezza tutto mio. Mi pagherai soltanto se riusciro ad aiutarti a trovare un marito entro cinquanta giorni lavorativi" aggiunse con un sorriso complice. "Non posso credere che stiamo realmente discutendo di una cosa del genere." Inclinai la testa verso la porta e digrignai i denti. "Torno a letto. Svegliami l'anno prossimo, per favore. Non prima..." Linda si alzo e mi fermo, strattonandomi per un braccio. "Jane, non dirmi che non hai pensato nemmeno per un momento a come un milione di dollari e un bel marito cambierebbero la tua vita per sempre!" D'accordo. Ci avevo riflettuto. Tutta la notte. Forse era quella la causa del mio malumore. La mia mente si era dibattuta in continuazione tra la sensazione di trovarsi in una situazione davvero ridicola e la fantasia di avere l'occasione di incontrare il mio Principe Azzurro. Solo che aveva il segno del dollaro negli occhi. In fin dei conti, pero, un principe e pur sempre un principe... e non potevo fare a meno di pensare che l'articolo di quella maledetta giornalista aveva gettato al vento ogni possibilita che avessi di giungere a un lieto fine della vicenda. Indicai con un gesto la pagina del giornale dove venivano delineati i diversi profili dei dieci uomini della lista dei possibili candidati al matrimonio. "Non posso incontrare quei ragazzi di persona... non dopo questo articolo!" "Temevo che avresti reagito cosi" sospiro teatralmente Lisa, appoggiando il cucchiaio sul tavolo. "Per questo ho fatto in modo che ti contattassero prima per posta elettronica." Scoccai uno sguardo sospettoso al suo computer sul tavolo del soggiorno. "Io non ho una casella di posta elettronica..." "Adesso ce l'hai, e i ragazzi hanno accettato di inviarti un messaggio entro oggi a mezzogiorno. Se non ti piace quello che scrivono, potrai evitare di uscire con loro." Guardai l'orologio: erano gia le dieci e mezza. Provai uno strano senso di eccitazione. "Esiste la possibilita" continuo Linda, "che i ragazzi abbiano letto, ehm... l'articolo, e che quindi alcuni di loro non vogliano gettarsi nella mischia." Forse la mia amica aveva versato qualche strana sostanza nel mio succo d'arancia, perche cominciai a pensare che forse non aveva tutti i torti... in fondo che male c'era a conoscere quelle persone? "Dai, vai a lavarti! Anzi, rilassati magari con un bagno caldo e poi, quando sei pronta, daremo inizio allo spettacolo." Accettai il suggerimento del bagno, che per noi era davvero un'impresa. Di solito l'acqua calda cessava di scorrere prima ancora di aver riempito meta della vasca, dovevamo quindi posare dei mattoni sul fondo della vasca per innalzare il livello dell'acqua. Dopo quell'arduo lavoro, mi immersi finalmente in un mare di bollicine profumate e fissai il soffitto, riflettendo che, con un milione di dollari, avrei potuto riempire una piscina di bagnoschiuma profumato ogni volta che l'avessi desiderato. Avrei anche potuto iniziare l'attivita di arredatrice in proprio, senza lavorare come una schiava per la signora Thornberry che, alla fine, si prendeva tutti i meriti per i miei sforzi. Senza contare che avrei avuto a disposizione un bel ragazzo per un anno, e avrei dovuto viverci insieme... Mi morsicai un labbro pensando alla percentuale di Lisa. Il due per cento. Il trentatre per cento sarebbe sfumato per pagare le tasse e, naturalmente, avrei dovuto riservare una parte del denaro al ragazzo che avesse accettato di sposarmi: circa il dieci per cento. In fondo si trattava di un matrimonio di interesse. L'importante era trovare qualcuno la cui compagnia non mi fosse pesata per un anno. I volti degli uomini la cui foto era stata riportata dal giornale mi balzarono alla mente uno dopo l'altro, come se stessi smazzando delle carte da gioco. Mi avrebbero tutti inviato un messaggio? Avrebbero ancora voluto incontrarmi? L'idea che uno di loro avrebbe potuto diventare mio marito prima della fine dell'anno mi provoco un brivido lungo la schiena... poi mi accorsi che l'acqua si era raffreddata e decisi di uscire dalla vasca. Mi asciugai e mi vestii, quindi mi diressi in soggiorno qualche minuto dopo mezzogiorno. Linda mi stava aspettando davanti al computer. "Sbrigati! Tutti e dieci ti hanno inviato un messaggio! Ti ho portato il giornale, cosi puoi guardarti le foto via via leggi quello che ti hanno scritto. Oh, e cosi... eccitante!" "Non so come si usa questo aggeggio" sospirai sedendomi davanti allo schermo. "Cosi... muovi il mouse e premi due volte col dito indice per aprire i messaggi." Ero tesa, ma cominciai. Il primo messaggio era di Dean Everman, un rappresentante di commercio, figlio di un'amica di mia madre. "Ciao Jane. Mia madre mi ripete da mesi che dovremmo conoscerci. Ti avrei chiamato, ma fino a poco tempo fa ero impegnato con un'altra persona. Adesso tra noi e finita, cosi la telefonata di tua madre e arrivata proprio al momento giusto. Non credo di avere qualche possibilita di uscire con te, ma dopo lo shock iniziale nel vedere la mia foto sul giornale, ho pensato che avrebbe potuto essere divertente competere. Dean." Osservai Linda. "Cosa ne pensi?" "Be', se era fidanzato vuol dire che non e contrario al matrimonio. Cosa sai della sua famiglia?" "E normale." "Bene. Ma potrebbe avere dei problemi con la droga." "Cosa?" "E un rappresentate di prodotti farmaceutici, quindi potrebbe avere con facilita di tutto..." "E assurdo." "Comunque... e meglio tenerne conto." Cliccai sul messaggio successivo, inviato da Billy Renaldi, un vigile del fuoco che conosceva la signora Millie. Un giorno aveva infatti recuperato Boswell dalla cima di un albero. L'avevo incontrato al funerale, ma non mi ero fermata a parlare molto con lui. "CIAO JANE - NON SONO ABITUATO A SCRIVERE MESSAGGI, MA CI PROVO. STO USANDO IL COMPUTER DELLA CASERMA E I MIEI COMPAGNI MI STANNO DANDO UNA MANO. NON STO CERCANDO UNA MOGLIE RICCA, MA MI PIACEREBBE USCIRE A CENA CON LA RAGAZZA CHE E SEMPRE STATA GENTILE CON LA SIGNORA MILLIE. BILLY." "Be', non conosce molto bene le regole della scrittura e-mail" commento Linda. "Non si scrive in maiuscolo, e come se stesse urlando." "Pero quella del vigile del fuoco e una professione molto nobile" replicai. "Non mi sembra molto nobile scriverti circondato dai suoi compagni di caserma." "A me sembra carino..." "Andiamo avanti." Il messaggio successivo era di Paul Messer, un professore di matematica nell'istituto dove mia madre frequentava un corso serale di fotografia. "Jane, tua madre mi ha spiegato la situazione e volevo solo dirti che mi farebbe piacere conoscerti meglio. Sono una persona tranquilla, mi piace leggere e viaggiare. Penso che potremmo divertirci insieme. Paul." "Mi sembra gentile" esclamai abbastanza convinta. "Ed educato." "E di un livello sociale elevato." "Credo che sia uno sleeper." "Scusa?" "Uno sleeper - uno di quei ragazzi tranquilli che si trasformano in animali quando sono a letto." Linda annui con aria competente. "Ah." Sentendomi come Alice nel Paese delle Meraviglie, aprii il messaggio del candidato successivo: Eliot Black, architetto, fratello di un ex fidanzato di Linda. "Ciao Jane. Linda mi ha ripetuto un'infinita di volte che dovremmo conoscerci, ma stavo lavorando a un progetto molto importante. Sono felice che mi abbia contattato di nuovo questa settimana. Sto lavorando alla costruzione di un edificio qui in citta, quindi possiamo incontrarci per pranzo qualche volta. Mi piace il tuo nome. Eliot." "Adulatore" commentai. "Ti assicuro che e davvero un bel ragazzo. Ed e anche un gran lavoratore." "Cosi non staremmo insieme molto... dopotutto." "Il che potrebbe essere un vantaggio." Cominciai a sentirmi un po' confusa, ma lessi il messaggio successivo, di Jake River, pediatra. La signora Thornberry lo aveva aggiunto alla lista perche aveva decorato il suo nuovo studio. "Ciao Jane. La mia segretaria mi ha mostrato il giornale di questa mattina e mi sono inaspettatamente ritrovato invischiato in una strana situazione. Ma mi sembra che anche tu non stia meglio di me. Non so se potremmo sposarci, ma se vuoi possiamo incontrarci e fare una bella grigliata. Dottor Jake." "Be'... sorrisi, "a quanto pare ha un ottimo senso dell'umorismo." "E devono piacergli i bambini, visto che e pediatra." Mi accigliai. "Che cosa c'entra questo?" Linda mi ignoro. "E sicuramente non ha bisogno dei tuoi soldi." "Potrebbe aver contratto dei debiti." Linda sospiro e annui. "Continuiamo." L'email successiva era di Kris Callihan, un programmatore di computer che lavorava per il Governo e che era stato nel corpo dei Marine con mio fratello Tim. "Ciao, piccola Jenny! Tim mi ha detto che hai un problema e che forse io posso aiutarti. Mi piacerebbe rivederti comunque. Chiamami - ti portero a fare una gita in barca sul lago. Ci divertiremo. Kris." "Ha l'aria di essere un tipo divertente" commento Linda. "Non ci siamo mai visti da soli." "Secondo me potrebbe andare..." "Mi ha chiamata piccola Jenny!" "Di' la verita, non ti va il giro in barca solo perche non vuoi indossare il costume da bagno." Mi accigliai. Kris non mi era mai parso attraente prima di allora... lo stavo prendendo in considerazione solo per il milione di dollari? Magari era cambiato... "Il prossimo." La nota successiva era di Wally Benson, un vedovo cliente di Linda, con un figlio di sei anni. "Ciao Jane. Linda mi ha detto che sarebbe un buon momento per conoscerci. Ti piace il baseball? E un tavolo apparecchiato per tre? Wally B." "Sono troppo giovane per essere una madre." "Wally e troppo giovane per essere un vedovo." "Detesto l'idea che un bambino venga coinvolto in questo pasticcio." "Queste due persone potrebbero essere la cosa migliore che ti sia capitata nella vita." Lessi il messaggio successivo. Pablo Ricci era un'altro cliente della signora Thornberry. Era di Londra ma si era trasferito ad Atlanta dove lavorava nel mondo dell'alta finanza. "Cara Jane. Trovo divertente la situazione in cui sei venuta a trovarti e credo che potremmo aiutarci a vicenda. Chiamami. Tuo, Pablo." "Vavavoom!" esclamo Linda. Sospirai. "E delizioso." "Non ha bisogno del tuo denaro, ma mi chiedo cosa intenda quando sostiene che potete aiutarvi a vicenda." "Non riesco a immaginarlo." "Io si." Linda sollevo le sopracciglia con aria sorniona. Sbuffai. "Chi e il prossimo?" Cliccai sul messaggio successivo e sorrisi. "Ian Saunders." "Chi e?" "Un vecchio amico di famiglia." "Ciao Jane, e un bel po' che non ci si sente. Tua madre mi ha raccontato che stai facendo carriera nel mondo dell'arredamento . Se hai tempo, prenditi un paio di giorni di ferie e torna a casa, ti accompagno a fare una bella cavalcata. Flax e Raze sentono la tua mancanza... e anche a me non spiacerebbe rivederti. Ian." "Non me ne avevi mai parlato" mi accuso Linda. "Lavorava per i miei genitori... si occupava del parco, delle riparazioni alla casa... quel genere di cose. Ha una fattoria con i cavalli non lontano da dove vivono i miei." "Ha un aspetto sexy." Risi. "L'ho sempre considerato come un fratello." "Non tentare di prendermi in giro... sei arrossita." "Il prossimo..." L'ultimo massaggio era di Tommy Andersen, un altro cliente di Linda che lavorava in un bar per mantenersi agli studi. Stava per laurearsi in letteratura. "Jane, e tutta la vita che aspetto di incontrare una signora davvero interessante. Andiamo un giorno a bere un caffe. T." "E uno scrittore" spiego Linda. "Ha gia due novelle terminate sotto il letto." Alzai un sopracciglio. "Non che io abbia visto il suo letto" aggiunse precipitosamente la mia amica. "Anche se devo ammettere di averci provato. Tommy e cosi romantico..." Uno scrittore. Uhm... Mi appoggiai allo schienale della sedia e trassi un profondo respiro. Dieci ragazzi tra cui scegliere, e tutti volevano conoscermi. Sarebbe stato piu arduo di quanto pensassi. Eliminati: Kris Callihan, programmatore informatico, ex Marine Dean Everman, rappresentante farmaceutico. Numero di candidati rimasti: otto "Jane rilassati!" ripete Lisa ancora una volta. "Non accadra nulla di male." Osservai dubbiosa la mia coinquilina - improvvisatasi consulente coniugale - e mi accomodai al tavolino che aveva riservato. Stavo per affrontare per la prima volta nella mia vita il sistema di appuntamento veloce. "Credimi, questo genere di incontro e perfetto per il passaggio alla fase successiva della scelta di un marito." Lisa afferro un cronometro rosa e me lo mostro. "Ognuno dei pretendenti si presentera qui e avrete a disposizione sei minuti per conoscervi. Al termine dei sei minuti, suonero questo campanello e si passera al candidato successivo." Sorrise estraendo dalla borsa un campanello cromato che aveva preso nel salone di bellezza dove lavorava e io mi ritrovai a contraccambiare il sorriso. "E chiaro? Nulla di male, nulla di doloroso. Potrai tornare al lavoro entro un'ora, cosi la signora Thornberry non avra niente da ridire." "D'accordo" borbottai, nonostante covassi la certezza che quell'arpia avrebbe trovato comunque un motivo per cui lamentarsi. Ero contenta che nel frattempo la lista dei possibili mariti avesse avuto due defezioni. Kris Callihan, il programmatore informatico amico di mio fratello, mi aveva inviato un telegramma per comunicarmi che era stato richiamato nei Marines come riservista e che quindi non era disponibile, almeno per il momento. E Dean Everman, il rappresentante farmaceutico figlio di un'amica di mia madre, be... cosa posso dire? Linda aveva avuto ragione su di lui - oh, non quando aveva sostenuto che potesse far uso di stupefacenti, ma quando aveva affermato che sicuramente era una persona che puntava al matrimonio, visto che aveva appena interrotto una relazione durata molti anni. Come avevamo scoperto che voleva sposarsi? Beh, quando sfogliammo il giornale due giorni piu tardi e scoprimmo che era tornato con la sua vecchia fidanzata. Un uomo che tra i soldi e l'amore ha scelto l'amore. Dean Everman ha deciso di abbandonare la competizione per ottenere la mano di Jane Browning, una giovane di Atlanta che ha recentemente ereditato un milione di dollari a condizione che si sposi entro cinquanta giorni. Everman e fuggito la notte scorsa con la sua eterna fidanzata, la quale ha sostenuto di accorgersi di amarlo veramente quando ha visto la sua foto sul giornale tra i possibili candidati al matrimonio con l'ereditiera di Atlanta. Quindi, in fin dei conti, ero riuscita a combinare un matrimonio... soltanto che non era il mio. "Sei pronta?" mi incalzo Linda. "Non so cosa dire a questi ragazzi." "Sono qui per tentare di conquistarti, ricordi?" Abbasso il capo e rovisto nella borsetta. "Ritoccati il rossetto... ecco, cosi. Hai un bell'aspetto. Mi paici." Provai a sorridere. "D'accordo. Cominciamo. Il signor Billy Renaldi." La porta si apri e Billy comparve sulla soglia. Fui sorpresa che si fosse presentato con l'uniforme dei vigili del fuoco ma, riflettei, probabilmente era in servizio. "Ah, dimenticavo" mi sussurro Linda, "ho chiesto loro di presentarsi con gli abiti che indicano la loro professione, cosi le fotografie saranno migliori." Quindi era ancora in contatto con qui noiosi giornalisti... "Ciao Jane." "Ciao Billy." "Ci sono delle telecamere?" "Ehm... no." "Bene. Come sta Boswell?" Boswell e il vecchio gatto che ho ereditato dalla signora Millie. "Sente la mancanza di Millie, ma sta cominciando ad adattarsi, come me del resto. Non sono abituata ad avere un maschio in giro per casa." Stavo divagando e avevo commesso una gaffe. "Cioe, voglio dire...intorno, prima." Billy aveva un'aria sconcertata. "Non vuoi sederti?" squittii indicandogli la sedia in metallo di fronte alla mia. Lui rise e io sentii sciogliere la tensione grazie alla sua simpatia. "Questa uniforme e cosi pesante che e meglio se rimango in piedi, altrimenti potrei non riuscire piu ad alzarmi." "Okay, allora staro in piedi anch'io" proposi alzandomi e, immediatamente, mi sentii un'idiota. "Hai un bel vestito" commento lui annuendo. "Grazie. L'ho cucito io." "Davvero?" Il campanello suono, cogliendoci entrambi di sorpresa, e Linda si avvicino al tavolo. Durante i fatidici sei minuti era rimasta appartata, ma abbastanza vicina da poter ascoltare la conversazione. "E' finito il tempo." Billy e io ci fissammo perplessi, incerti su cosa dirci o come salutarci. "Non dimenticarti di cambiare le batterie al tuo allarme antincendio." "Certo. Ciao." "Ciao." Se ne ando e io mi voltai verso Linda. "E stato un vero tormento! Probabilmente quel povero ragazzo adesso sara la fuori a colpirsi la testa con la propria ascia, in modo da avere la scusa per non vedermi mai piu!" "A me e sembrato carino. Adesso siediti, c'e lo scapolo numero due. Paul Messer." Non avevo mai incontrato il professor Messer, ma mia madre era convinta che facesse al caso mio. Entro nella sala tremando visibilmente e improvvisamente cadde. Non una semplice caduta, ma un vero e proprio capitombolo che gli fece battere la faccia, poiche non aveva avuto nemmeno il tempo di alzare le braccia. Mi alzai di scatto e corsi da lui ad aiutarlo, sentendomi sollevata nell'udire la sua risata. Potrei innamorarmi facilmente di un uomo che sa ridere di se stesso. Risi anch'io e lo accompagnai al tavolino. "Non citarmi in giudizio" lo pregai, "non ho ancora ereditato il denaro." Paul rise di nuovo e mi accorsi che aveva un bel sorriso. "Mi dispiace... e colpa delle scarpe nuove." Abbassai lo sguardo e mi accorsi che indossava realmente un paio di lucidissime scarpe in pelle nuove, anche se aveva un abbigliamento sportivo. "Anch'io indosso un vestito nuovo" ammisi per metterlo a sua agio. "E un bel colore, mi piace il rosso." Osservai attentamente il mio abito arancione e gli rivolsi un sorriso abbagliante. "Grazie." Ricordai in quel momento che era il ragazzo che Linda aveva definito "sleeper"... il tipo tranquillo che si trasforma in un animale a letto. Mi domandai che tipo di biancheria intima utilizzasse. Il campanello suono e Linda ci fece un gesto con la mano. "Sembra proprio che la mia vita sia scandita dal suono di campanelli" osservo Paul con un sorriso. "E stato bello incontrarti, Jane." Mi porse la mano e gliela strinsi. Aveva delle belle mani. "Ciao." Pregai silenziosamente che non cadesse uscendo e lui non lo fece, ma cammino molto lentamente e con estrema prudenza. Quando si richiuse la porta alle spalle, mi rivolsi a Linda. "Voglio andare a casa, adesso." "Non se ne parla nemmeno! Incrocia le gambe." "Perche?" "Ti conferisce un'aria... superiore." Incrociai le gambe. Linda annui. "Okay. Ti presento Eliot Black." Eliot era un architetto molto in gamba, fratello di un ex fidanzato di Linda, Chaz. Entro tenendo sotto al braccio - ve lo giuro, non sto scherzando! - un rotolo di disegni, proprio cio che ti aspetti che un architetto possa portare in giro. "Ciao." "Ciao." "Apprezzo questa idea dell'appuntamento veloce" commento subito. "E una valida alternativa per singles molto impegnati." Annuii entusiasta. Ero alla ricerca di un uomo ambizioso, ed Eliot mi sembrava proprio cosi. Sprizzava energia da tutti i pori... senza dubbio avrei tratto benefici dalla sua vicinanza. "Posso vedere?" domandai indicando i rotoli che aveva portato con se. "Certo. Devo incontrare il direttore dei lavori del cantiere, subito dopo di te." Apri i fogli sul tavolo e si lancio in una spiegazione piena di termini tecnici. Io vidi solo una bella casa e mi passo per la mente che una coppia formata da un architetto e una disegnatrice di interni poteva davvero funzionare. Linda suono il campanello e ci salutammo. La mia amica lo osservo da dietro mentre si allontanava e sospiro. "Ero fidanzata con il fratello sbagliato." Poi riporto l'attenzione al foglio che teneva in mano e gli diede una breve scorsa. "Il prossimo e il dottor Jake River." Il cuore mi batte talmente forte mentre l'osservavo avvicinarsi che sperai che il pediatra si ricordasse le basilari nozioni di cardiologia nel caso mi fosse venuto un infarto. Jake era uno stupendo uomo di discendenza Sioux. La signora Thornberry gli aveva da poco decorato l'ufficio. Beh, a dire il vero io gli avevo decorato l'ufficio e lei se ne era presa il merito. "Jane..." mi saluto, "che piacere vederti!" Mi limitai ad annuire perche avevo la lingua incollata al palato e la gola secca. Indossava un camice bianco e aveva al collo lo stetoscopio. Ba-boom. Ba-boom. "Che vestito carino" continuo lui. "Sono abituato a vederti in... abiti da lavoro." Era vero. E il fatto che avesse acconsentito a incontrarmi nonostante mi abbia visto in tuta e felpe extra-large la dice lunga sulla sua generosita. "Grazie" riuscii a borbottare alla fine, e lui si sedette. "Che mattinata!" sospiro sbuffando. "Credo di aver visto ogni tipo di infezione presente sui libri di medicina." Ero felice che non ci fossimo stretti la mano. "Davvero?" "Gia. I bambini sono un vero ricettacolo di malattie." "Ah..." "Tu non hai figli, vero, Jane?" "Ecco... no." "Sono cosi resistenti. I loro piccoli corpi riescono a resistere a qualunque cosa. Sono eccezionali." Non mi sembrava un gran complimento, ma forse lui vedeva le cose in un'ottica differente. Chiacchierammo un po' del nuovo arredamento del suo studio quando Linda suono il campanello. "Ci sentiamo presto" si congedo rivolgendomi un sorriso abbagliante. "Fammi male, voglio un dottore" scherzo Linda avvicinandosi a me. "E un pediatra" risposi ridendo. "Bene, vuol dire che indossero un pigiama con gli orsacchiotti." Alzai gli occhi al cielo. "A proposito di bambini, il prossimo e Wally Benson." Wally era un giovane capomastro, vedovo con un figlio di sei anni. Padre e figlio erano clienti di Linda. Era un ragazzo carino, con un sorriso affascinante, piu giovane di quanto avessi creduto. Aveva gli occhi cerchiati da un'ombra di tristezza... per la perdita della giovane moglie, immaginai. Provai per lui un'istantanea simpatia. "Ciao." "Ciao." Gli strinsi la mano resa ruvida dal lavoro e provai un tuffo al cuore. Quest'uomo era differente dagli altri... quasi pericoloso. Avrei potuto davvero innamorarmi di lui. "Ho saputo che hai un figlio." "Si. E tu sei una signorina." Sorrisi riconoscendo la citazione di una nota canzone. Lui rise. "Allora la conosci. Il capomastro e la signorina." Sicuramente non avrebbe cominciato a cantare. "Se fossi un capomastro..." Stava cantando... ed era tremendamente stonato! "E tu fossi una signorina..." Il campanello suono, quindi non potei sapere se conosceva anche il resto della canzone, ma avevo la sensazione che quelle note mi sarebbero rimaste in testa per il resto della giornata. Quando si fu allontanato, Linda mi osservo. "Questo era eccezionale. Il prossimo e Pablo Ricci." "Ah, Jane, mia cara" mi saluto con il suo affascinante accento inglese. "Pablo." Lasciai che mi baciasse la mano. L'accento inglese, un vestito italiano, profondo conoscitore del cibo francese... Pablo sembrava il massimo. "Sei stupenda" mi mormoro e sentii i brividi lungo la spina dorsale. "Nel tuo messaggio di posta elettronica hai accennato al fatto che ci si possa aiutare reciprocamente" domandai subito incuriosita. "Che cosa intendevi dire?" "Vorrei che tu fossi la madre di mio figlio" rispose lui senza esitazione, e Linda trattenne a stento una risata. Non riuscii a ribattere. "Ha perfettamente senso, Jane. Io ho bisogno di un erede e tu di un marito. Non ho bisogno dei tuoi soldi, quindi potrai tenerteli tutti. Ma dammi un figlio e potremmo avere una splendida vita insieme. Che cosa ne pensi?" Non aveva utilizzato molti giri di parole, era andato subito al punto. Del resto aveva a disposizione solo sei minuti... Il campanello suono due volte e scoccai un'occhiata sospettosa a Linda. Ebbi l'impressione che avesse di proposito concesso meno tempo a Pablo rispetto agli altri. "Riflettici, cara Jane" si raccomando lui prima di allontanarsi. "Sei stata un po' troppo veloce con quel campanello, non e cosi?" domandai alla mia amica subito dopo. "Solo perche ti ha fatto una proposta davvero allettante e non volevo che tu rifiutassi senza pensarci. Dai, abbiamo quasi finito. Il prossimo e Ian Saunders." Mi rilassai. Ian era un vecchio amico di famiglia, proprietario di una fattoria dove si allevavano cavalli, poco lontano dalla citta. "Ciao Jane!" esclamo, rigirandosi il cappello da cowboy tra le mani. Rimasi a bocca aperta. Da quando Ian era diventato cosi... carino? "Ciao Ian." Era possibile che fosse sempre stato un bel ragazzo e che io non me ne fossi mai accorta prima? Lui rise e indico il tavolino a cui ero seduta. "Mi sembra una cosa un po' sciocca, non credi?" "Gia, almeno tra noi." "Come stanno i tuoi genitori?" "Bene. E Flax e Raze?" "Bene. Adesso hanno compagnia, nella stalla." Ian si e sempre sentito piu a suo agio in mezzo agli animali che alle persone. "Vuoi sederti?" lo invitai. Lui si accomodo e incrocio un piede sul ginocchio. Aveva delle belle gambe, notai. Chiacchierare con lui era confortevole, come indossare un vecchio maglione. Dopo un paio di minuti lui cambio argomento. "Hai un bel vestito." Mi accorsi che in realta mi stava guardando le gambe e mi sentii una ragazzina. Improvvisamente lo vidi sotto una luce completamente differente. Il campanello suono e Ian si alzo lentamente. "E stato davvero un piacere rivederti, Jane. Teniamoci in contatto." "E ultimo... Tommy Andersen!" esclamo Linda allegramente. Tommy era un altro cliente di Linda. Lavorava in un bar per mantenersi agli studi: era iscritto alla laurea in letteratura perche voleva diventare scrittore. Entro e in un attimo cancello tutti i miei pregiudizi a proposito degli scrittori. Wow. Linda avvio il cronometro ma manipolo l'attenzione di Tommy per i primi due minuti. Aveva una cotta per lui ma intuii dal suo linguaggio del corpo che lui non contraccambiava. Continuava ad allontanarsi da lei impercettibilmente. Mi piacque immediatamente. "Ciao" mi saluto non appena riusci a sfuggire a Linda. Aveva l'aspetto boheme e sembrava a proprio agio. "Ciao. Ho intuito che sei uno scrittore." "Si. Non mi pagano ancora per scrivere, ma prima o poi accadra. Tu che lavoro fai?" "Sono una disegnatrice di interni." Tommy sorrise. "Quindi apparteniamo entrambi al campo artistico." Non ero abituata al fatto che gli uomini rispettassero la mia scelta di lavoro, quindi mi sentii lusingata. "Ti piace leggere?" mi domando. Gli risposi di si e trascorremmo i minuti seguenti commentando i libri che ci erano piaciuti e quelli che invece non avevamo apprezzato. Fui soggiogata dall'entusiasmo con cui affrontava la vita ed ebbi la consapevolezza che un anno con Tommy sarebbe stata un'esperienza indimenticabile. Linda suono trionfalmente il campanello e ci salutammo. Rimasi seduta al tavolino, ancora scossa per la serie di appuntamenti - lampo che avevo appena affrontato, senza dubbio un'invenzione di qualche nonna alla disperata ricerca di nipotini. Quando la porta si richiuse Linda si precipito da me. "Allora? Cosa ne pensi?" Eliminati: Eliot Black, architetto e Wally Benson, giovane vedovo. Numero di candidati rimasti: sei "Jane, mi rendo conto che il tuo obiettivo principale in questo momento sia quello di andare a caccia di un marito" si lamento la signora Thornberry esaminando gli otto cuscini che avevo cucito la sera precedente, "ma mi aspetto che tu ti attenga agli orari stabiliti. La pausa pranzo e di un'ora soltanto." Avrei voluto puntualizzare che durante tutti gli anni in cui aveva lavorato per lei non mi ero mai assentata per l'intero tempo concesso per il pranzo, ma non volevo irritarla piu di quanto non fosse gia. Era il lunedi mattina della settimana in cui sarei uscita a pranzo ogni giorno con un diverso candidato dei sei rimasti, per approfondire la conoscenza. Entro altre piu o meno cinque settimane si supponeva che avrei dovuto scegliere il mio futuro marito dalla lista che Linda, mia madre e persino la signora Thornberry avevano compilato. Stavo pero cominciando a pensare che non avrei avuto molte possibilita di scelta: avrei dovuto accettare l'uomo che semplicemente avesse resistito fino ad allora. Questa settimana Eliot Black, l'ambizioso architetto che aveva acceso le mie fantasie di vivere in una casa stupenda, progettata da lui e arredata da me, aveva dato forfait. Gli era capitata l'occasione della vita: una borsa di studio di due anni a Parigi... potevo solo immaginare il paesaggio francese, i cafe, l'atmosfera romantica che il super indaffarato Eliot avrebbe sperimentato di persona. Anche Wally Benson, l'affascinante giovane vedovo, aveva rinunciato alla competizione, decidendo di trasferirsi a vivere sulla costa del Nordest in modo da far crescere suo figlio vicino ai nonni. Essendo praticamente stata allevata dai miei nonni, non potei che condividere la sua decisione e mi limitai ad attaccare sul frigorifero la cartolina che mi invio. Tentai di non prendere come un fatto personale il loro trasferimento; era solo un caso il fatto che i due uomini fossero velocemente fuggiti il piu lontano possibile da Atlanta. Si era trattato di una questione di tempi... semplicemente i nostri non avevano coinciso. Riconsiderai l'eterogeneo gruppo di uomini che avevano preso in considerazione l'idea di sposarmi per permettermi di ricevere la somma che la signora Millicent Maxwell, un'incurabile vecchietta romantica, mi aveva lasciato in eredita. "Questo ha una cucitura storta" dichiaro la signora Thornberry sventolandomi davanti al volto uno dei miei cuscini. "Te lo paghero la meta." Meta di cinque miseri dollari. Questo episodio mi rese ancora piu ansiosa di dare inizio ai pranzi con i sei ragazzi rimasti. Dopotutto il denaro che la signora Millie mi avrebbe lasciato corrispondeva alla cucitura perfetta di duecentomila cuscini. Linda aveva insistito perche incontrassi tutti i pretendenti nel medesimo ristorante, in modo da non lasciarmi influenzare dall'ambiente. "In questo modo" aveva dichiarato, "ti innamorerai del ragazzo, non del cibo!" Scelsi il Jazzy's perche si trovava vicino a dove lavoravo e aveva un menu piuttosto variato. Lunedi alle 12:03 entrai per incontrare Billy Renaldi e, grazie al cielo, lui era gia arrivato. Billy e un vigile del fuoco quindi puo capitare che, in seguito a una chiamata, non possa rispettare gli appuntamenti. Ci salutammo e fummo accompagnati a un tavolo appartato. "Come sta Boswell?" Era la sua maniera abituale di iniziare un discorso. Conosceva il vecchio gatto grigio perche una volta l'aveva fatto scendere da un albero, quando la signora Millie era ancora viva. "Bene. Credo di dovergli comprare un gratta unghie." Chiacchierammo dei nostri rispettivi lavori e attesi un po' prima di formulare la domanda che, insieme a Linda, avevamo deciso che mi avrebbe aiutato a penetrare nella personalita di ognuno degli uomini. "Allora, Billy, qual'e il tuo film preferito?" Billy non batte ciglio. "Rocky. E il tuo?" "La vita e una cosa meravigliosa." Sospiro. "Non l'ho mai visto. Avrei voluto, ma non ne ho mai avuto l'occasione. Non e quello con un grande coniglio?" Sorrisi e annuii educatamente. Ordinai un'insalata e lui un hamburger. Pranzammo allegramente, ma dovette andarsene prima del previsto per una chiamata. Lascio il denaro per pagare il conto sul tavolo e mi sfioro la guancia con un bacio prima di correre via. Non potei nascondere l'orgoglio quando i presenti si voltarono a guardarmi. "E' un vigile del fuoco" spiegai, e tutti sorrisero. Quel lieve bacio rimase con me tutto il pomeriggio e, quella sera, riferii dettagliatamente a Linda i particolari dell'incontro. "Rocky e un bel film" commento annuendo. "Denota forza e rigore morale." A me invece rammentava una persona dolce e sexy. Il giorno seguente, martedi, quando arrivai al Jazzy's il cameriere mi sorrise. "Ma lei non era qui ieri?" "Si." "Jane." Mi voltai e diedi il benvenuto a Paul Messer. Il professor Messer insegnava al college dove mia madre seguiva dei corsi serali. Il cameriere lo osservo e noto che non si trattava della stessa persona del giorno precedente; sollevo un sopracciglio e ci accompagno allo stesso tavolo dove avevo pranzato lunedi. Paul sembro meno nervoso della prima volta che lo avevo visto. Chiacchiero amabilmente e quando giungemmo all'argomento "cinema" gli porsi la fatidica domanda. "L'Impero colpisce ancora." Lo ammetto: ne fui stupita. Anche a me quel film era piaciuto, ma non lo avrei mai elencato tra i miei favoriti. "A me piace La vita e una cosa meravigliosa." Non fece commenti. "Lo hai visto?" domandai. Lui annui ma continuo a non esprimere giudizi. Il cameriere servi cio che avevamo ordinato e pranzammo rilassati. Linda storse la bocca quando le riferii i gusti cinematografici del professore. "Ok, meno uno per chi apprezza i film di fantascienza." "Ma e una persona gradevole" ribattei. E forse non e detto che si debba sposare una persona con gli stessi gusti, no? Quando mercoledi entrai al Jazzy's, il cameriere sollevo il mento stupito. Accompagno me e il dottor Jake River al "solito" tavolo e Jake diede inizio a una allegra conversazione. "Il mio film preferito?" Assunse un'aria pensierosa. Essendo un discendente dei Nativi americani, mi aspettavo una risposta del tipo Balla coi lupi. "Patch Adams." Ah... il dottore. Naturalmente. "Il mio e La vita e una cosa meravigliosa." "Si... credo che dovrebbero restaurarlo e colorare le immagini." Mm. Arrivarono la mia insalata e la sua bistecca di vitello e mangiammo velocemente perche lui doveva rientrare in ospedale. "Patch Adams e un buon film" esclamo Linda durante il resoconto serale. "Sensibile, acuto." Gia, ma Jake aveva ordinato vitello... ugh. Quando arrivai al Jazzy's giovedi il cameriere non batte ciglio, ma quando Pablo Ricci mi raggiunse, mi rivolse un'occhiata del tipo "questo e quello giusto". Ero nervosa perche durante il nostro incontro precedente Pablo mi aveva fatto una proposta: mi avrebbe sposato se io avessi acconsentito a dargli un figlio. "Hai riflettuto sulla mia offerta?" mi domando non appena ci sedemmo. Avrei potuto perdermi nel suo stupendo accento europeo. "Si, e ci sto ancora pensando." Traghettai la conversazione verso sponde piu sicure e, infine, sull'argomento che mi stava a cuore. "Qual'e il tuo film preferito?" "Ghost" rispose solennemente. Non potei nascondere la sorpresa. "Ghost?" "Si. E il tuo?" " La vita e una cosa meravigliosa." Mi afferro la mano e bacio la punta delle dita. "Perfetto... entrambi riguardano l'aldila." Ci servirono la mia insalata e il suo salmone affumicato. Pablo ordino anche del vino e ne bevvi un bicchiere, riflettendo che mi avrebbe aiutata a sopportare la signora Thornberry tutto il pomeriggio. Quando ci separammo mi bacio sulle labbra. Fu un bel bacio. Mi allontanai canticchiando e per il resto della giornata parlai con un leggero accento inglese. "Perfetto!" fu il commento di Linda. "Ma... Ghost?" "Hey, e romantico." Ma non ero sicura di essere pronta a diventare una madre. Quando arrivai venerdi, il cameriere si limito a scuotere la testa. Ian Saunders mi stava gia aspettando, tenendo il cappello da cowboy appoggiato in grembo. Conversare con lui risulto semplice, perche ci conoscevamo da molti anni. "Ian, qual'e il tuo film preferito?" Rise. "Non ricordo quale e stata l'ultima volta che sono andato al cinema... quando mi si e rotta la televisione un paio di anni fa, non l'ho nemmeno fatta riparare!" Mm... io adoro la televisione. Mi tiene compagnia mentre cucio. "Be, ma sicuramente hai visto qualche film?" "Niente di speciale." "Nemmeno John Wayne?" "Preferisco Jimmy Stewart." Mi illuminai. "Il mio film preferito e La vita e una cosa meravigliosa." "Lo so." Il cameriere ci servi la mia insalata e la sua enorme bistecca. Quando ci congedammo mi mise una mano sul polso e si tocco leggermente il cappello. Mi trattenni dal fargli una riverenza. "Non puoi preferirlo agli altri solo perche ti conosce meglio" borbotto Linda quella sera. "Del resto ti conosce da molti anni e non si e mai fatto avanti." Aveva ragione, eppure... Sabato vi era meno gente al Jazzy's, ma alla porta sostava sempre il medesimo cameriere. "Oggi e il mio turno di riposo" mi confido, "ma volevo vedere se tornava anche oggi." "E' il mio ultimo pranzo" risposi sorridendo, poco prima dell'arrivo Tommy Andersen. Eravamo seduti, rilassati. Tommy era in grado di sostenere una conversazione brillante e aveva molte esperienze interessanti da raccontare. Mi limitai ad annuire. Ordinammo entrambi dell'insalata. Masticavamo come due conigli, continuando a chiacchierare. "Il mio film preferito e Memento" mi confido. "Intrigante, complicato, riflessivo. Il tuo?" Ero quasi imbarazzata ad ammetterlo. "La vita e una cosa meravigliosa." "Oh, gia. E' un classico." Poi comincio a discutere di un articolo che aveva letto quella mattina e finimmo di pranzare in ritardo. La signora Thornberry arriccio il naso quando scivolai al lavoro. "Hai una visita" mi accolse con voce carica di disapprovazione. Era Linda, seduta alla mia scrivania con i piedi sul ripiano. "Devi raccontarmi subito com'e andato l'ultimo incontro, cosi posso organizzarmi su come procedere." Le raccontai tutto. "Non ti devi annullare in sua presenza" commento. "Ma potrebbe spronarti e aiutarti a crescere." Sorrise e si chino verso di me. "Vedi come tutto sta andando per il verso giusto? Di questo passo sarai ricca e sposata entro la fine dell'anno. Ci pensi?" Ci stavo pensando, ci stavo pensando. Capitolo 5 Eliminato: Paul Messer, professore Numero di candidati rimasti: cinque "Alzati e sorridi, Jane Browing." Aprii gli occhi e fui colta dal panico: santo cielo! Mi ero addormentata ed era tardissimo per il mio matrimonio! Poi mi accigliai. era stato solo un sogno. Solo poche settimane prima i miei incubi riguardavano ritardi ad appuntamenti con i clienti della signora Thornberry, invece adesso, dopo sole cinque settimane di caccia al marito, persino i miei sogni peggiori riguardavano il matrimonio. Fulminai con lo sguardo la mia coinquilina. "Domenica è l'unico giorno in cui posso dormire fin dopo le sei e mezza. Spero che tu mi abbia svegliata per qualcosa di grave. sta andando a fuoco la casa?" "No, è solo il tuo compleanno. Ventotto candeline! Ho dovuto comprarne una confezione economica altrimenti avrei speso una fortuna." Sospirai e mi tirai nuovamente la coperta sopra la testa. "Vattene." "Se non ti alzi, non riusciremo a pulire la casa prima dell'arrivo dei ragazzi." Abbassai un angolo del lenzuolo e sbirciai la mia coinquilina. "Ragazzi? Quali ragazzi?" Linda sorrise. "Mi sono data da fare: ho invitato tutti i tuoi pretendenti a una festa di compleanno." Rimasi senza fiato. "Ma io non ho organizzato una festa di compleanno!" "Sì, invece." Controllò l'orologio. "Inizierà tra circa sei ore." Mi alzai di scatto. "Ma sei ammattita a invitarli tutti qui? Come dovrei comportarmi? Devo distribuire dei bigliettini con i numeri?" Linda sospirò. "Non muori dalla voglia di vedere come si comporteranno, stando tutti insieme? Santo cielo, Jane. sto solo cercando di guadagnarmi la mia percentuale della tua eredità. Inoltre ho invitato anche altre persone; ci saranno i tuoi genitori e le ragazze che lavorano nel salone di bellezza dove lavoro io. Sarà un bel miscuglio." "Sai che detesto le feste di compleanno, specialmente se il compleanno è il mio!" Ormai ero in preda al panico. "Verranno tutti i ragazzi?" La mia amica sbuffò rumorosamente. "Tutti eccetto Paul Messer. Ha mandato una e-mail per informarti che lascerà la città per qualche settimana." "Lascia la città?" "Deve partecipare a un seminario. Ti dispiace?" La fissai. "Era il candidato proposto da mia madre." "Già. Una vera sfortuna." Linda batté le mani. "Pulirò il bagno se ti dedicherai alla cucina." "D'accordo." Trascorremmo le tre ore seguenti lustrando ogni angolo. Ebbi bisogno delle successive tre ore per rendermi presentabile e, grazie al cielo Linda si allontanò dalla sala perché doveva gonfiare i palloncini. Quando emersi dal bagno quindici minuti prima dell'ora stabilita, dedussi dallo sguardo della mia coinquilina che dovevo avere un aspetto accettabile. "Jane, sei affascinante." Sapevo che stavo solo tentando di infondermi un po' di coraggio: l'unica concessione che mi ero fatta rispetto al solito era una traccia di mascara. Diedi il benvenuto alle amiche di Linda e sorseggiai un bicchiere di vino per rilassarmi. Quando il campanello trillò, il cuore mi balzò in gola quasi senza una ragione - quasi. Erano arrivati i miei genitori. Vi spiego: i miei genitori sono le persone più meravigliose che esistano, ma non hanno nipotini. Poiché mio fratello è ancora "alla ricerca di se stesso" sciando sulle nevose montagne del Colorado, hanno depositato le loro speranze in me. Indossavano i loro vestiti della festa e i loro sorrisi migliori. "Buon compleanno, tesoro" esclamò mia madre abbracciandomi e baciandomi su un'orecchio. "Sono già arrivati gli uomini?" "Mm, no. Entrate e servitevi un punch." Ero già tremendamente in imbarazzo. Anche mio padre non mi sembrava perfettamente a suo agio ma, come sempre, faceva tutto ciò che mia madre ordinava. In pochi minuti arrivarono altre due amiche di Linda, una mia amica che vedo raramente - è sposata e ha due figli a cui badare, non ha quindi tempo per riunioni tra donne - e un paio di inquilini del nostro palazzo. Poco più tardi arrivò Billy Renaldi e la mia adrenalina cominciò a scorrere come il punch. "Billy è un vigile del fuoco" annunciai presentandolo a mio padre. Billy posò Boswell a terra e gli strinse la mano. Un buon segno. "Sei uno dei ragazzi che pensa di sposare la mia piccola Jane?" "Papà" intervenni con un sorriso, "penso che la mamma ti stia cercando." Fu sufficiente per vederlo allontanare a passo di marcia. "Mi dispiace" mi scusai con Billy. "Va tutto bene" rispose lui, accompagnandomi in un angolo appartato. "Buon compleanno." Mi porse una grande scatola. "E' un gratta unghie per Boswell. Ricordo che dicesti di averne bisogno." Per lo meno dimostrava di ascoltarmi. E amava gli animali - era importante, visto che ormai Boswell e io eravamo inseparabili. "Speravo che potessimo uscire a cena una sera di questa settimana, ma non martedì o giovedì perché sono di turno." La signora Renaldi avrebbe dovuto sottostare ai rigidi turni della caserma dei pompieri, ma avrebbe dormito con un eroe. Gli sorrisi, ma fui catturata da Linda che mi annunciò l'arrivo del dottor Jake River. Persi tempo a infilare il gratta unghie in un armadio, ma fu un errore perché intanto mia madre mise alle corde Jake. "Così lei è un dottore" trillò in falsetto. " E per di più figlio di un medico." Si voltò verso di me e le lessi sulle labbra "questo è quello giusto". Avrei voluto morire. Liberai Jake e lui scoppiò in una risata. "Le mamme. anch'io ne ho una." Mi porse un mazzo di gigli bianchi. "Buon compleanno Jane." Che romantico! Lo ringraziai e cercai un vaso. Mentre lo stavo riempiendo d'acqua mi domandò se volessi uscire a cena con lui una sera di quella settimana. Annuii e mi consigliò di telefonare alla sua segretaria per fissare un appuntamento. La signora River avrebbe avuto un marito molto impegnato, ma avrebbe ricevuto spesso fiori meravigliosi. Pochi minuti più tardi, quando Pablo Ricci arrivò a casa nostra, feci scivolare in mano a Linda dieci dollari affinché riuscisse a tenerlo alla larga da mia madre. Se la mamma fosse venuta a conoscenza dell'offerta che mi aveva fatto Pablo per me sarebbe stato un disastro. Pablo mi salutò baciandomi le guance, alla maniera europea e mi offrì una piccola scatola. "Buon compleanno, cara Jane." Aprii il pacchetto e mi trovai davanti a una paperella di gomma. Qualcosa mi disse che non l'aveva comprata per il mio bagnetto. Il cuore perse un colpo: forse era un segno. Pablo si sporse verso di me. "E' solo per ricordarti la mia offerta. Verresti a cena a casa mia una di queste sere? Dirò al mio chef di cucinare qualcosa di straordinario." "Jane!" Mia madre mi stava chiamando. "Torno subito" mi scusai allontanandomi. La mamma teneva sotto braccio Ian Saunders. "Jane, guarda chi c'è!" "Ciao Ian." Gli rivolsi un'occhiata di scuse ma lui si limitò a sorridere. "Jane" proseguì la mamma, "vado alla ricerca di tuo padre; sarà cosi felice di rivedere Ian!" Si allontanò a testa alta, ondeggiando alla ricerca di papà. "Temo che non riusciremo ad avere un altro minuto da trascorrere da soli, quindi. buon compleanno, Jane" mi augurò, porgendomi un piccolo pacchetto. Conteneva una scatola in legno intarsiata. "L'hai scolpita tu?" "Sì." Ero commossa. "Ho pensato che, se ti ritroverai con un po' di anelli di fidanzamento, avrai bisogno di una scatola dove metterli." Sorrise, poi si guardò intorno. "Vado a salutare tuo padre." Stavo ancora decidendo se essere arrabbiata con lui o meno quando arrivò Tommy Andersen, con una bottiglia di vino alla pesca e il libro Anna Karenina. Un punto per lui, pensai. "Buon compleanno! Quante possibilità esistono che riusciamo a fuggire dalla festa e rimaniamo soli noi due a berci questa bottiglia di vino?" Stavo per rispondere quando Linda attirò l'attenzione di tutti i presenti e trascinò in soggiorno l'enorme torta di compleanno illuminata dalle candeline. Tutti cominciarono a cantare happy birthday e si radunarono intorno a me e alla torta. "Esprimi un desiderio e soffia sulle candeline!" mi esortò Linda. Mi chinai sul dolce e sollevai lo sguardo. Allineati contro la parete vi erano tutti i pretendenti alla mia mano. Cinque stupendi uomini che mi stavano osservando. Espressi il desiderio e trassi un profondo respiro. Poi soffiai e spensi tutte le candeline. Capitolo 6 Eliminato: Tommy Andersen Numero di candidati rimasti: quattro Quale fu il desiderio che espressi prima di soffiare sulle candeline della torta? Che almeno uno dei candidati si distinguesse come "quello giusto" al termine della mia tortura. "Se vivessimo nell'antichità, potemmo gettarli tutti in un'arena e lasciarli combattere finché ne rimanesse uno soltanto" commentò la mia coinquilina Linda il mattino seguente, durante la colazione. Ha visto il film "Il gladiatore" almeno undici volte. "Ma ho avuto un'altra idea, quasi altrettanto efficace." "Se vivessimo nell'antichità, potemmo gettarli tutti in un'arena e lasciarli combattere finché ne rimanesse uno soltanto" commentò la mia coinquilina Linda il mattino seguente, durante la colazione. Ha visto il film "Il gladiatore" almeno undici volte. "Ma ho avuto un'altra idea, quasi altrettanto efficace." La studiai, timorosa di chiederle quale fosse. "Tutti mi hanno domandato di uscire a cena... non credi che sia una buona, maniera di restringere il campo dei candidati?" Linda scosse il capo alla mia apparente ingenuità. "Non ancora. Credo che tu debba incontrarli tutti insieme almeno una volta ancora per renderti conto dei loro principi riguardo alla fiducia, al sesso e altre cose del genere." "Quindi?" "Quindi..." ammiccò la mia amica, "sintonizzati sui 95.7 FM oggi a mezzogiorno." Mi accigliai, sospettosa. Quella stazione radio era particolarmente nota per trasmissioni basate sui pettegolezzi. "Perché?" "Fallo" si limitò a ordinarmi, terminando il latte che le era rimasto nella tazza. Rimasi impietrita. Terminai anch'io il mio latte con la mente annebbiata. "Sbrigati" mi esortò, posando la sua tazza nel lavandino e dirigendosi alla porta. Lavorai distrattamente tutta la mattina, alla mia scrivania, cucendo tende e cuscini, preoccupata di quale avrebbe potuto essere l'idea di Linda per proseguire nella caccia al mio possibile futuro marito. Dieci minuti prima di mezzogiorno accesi la radio e la sintonizzai sulle frequenze che mi erano state suggerite. "Rimanete all'ascolto, gentili ascoltatori. Tra qualche minuto ci collegheremo in diretta con il salone di bellezza dove lavora Linda Bledsoe, la coinquilina della famosa Jane Browning. La nostra Linda si occuperà del taglio dei capelli dei possibili candidati al matrimonio con Jane, intervistandoli uno dopo l'altro!" Sussultai. Linda si stava davvero impegnando a fondo per riuscire a percepire il due per cento della mia eredità! "Per quelli di voi che ancora non conoscono la storia, spieghiamo che Jane Browning ha ereditato da una simpatica vecchietta del suo palazzo, la somma di un milione di dollari, a patto però che si sposi entro cinquanta giorni! Conosceremo in diretta i quattro uomini ancora in corsa per conquistare la ragazza milionaria subito dopo la pubblicità!" Mi sentii male. Ragazza milionaria? Poi ripercorsi mentalmente le parole del commentatore... quattro uomini? Mi risultava dovessero essere cinque... ero riuscita a spaventarne a morte un altro e farlo fuggire all'altro capo del Paese? "Jane!" La voce della signora Thornberry mi fece sobbalzare. Il tono non era allegro. In effetti l'umore del mio capo peggiorava di giorno in giorno. Forse temeva che da un momento all'atro l'avrei abbandonata con un mare di lavoro arretrato, non avendo più bisogno di lavorare. Diedi un'occhiata all'orologio e sospirai. "Sì, signora Thornberry?" "C'è un poliziotto che deve parlarti" mi ringhiò in volto. "Spero che tu non abbia combinato nulla che possa riflettersi negativamente sulla mia attività!" Mi balzò il cuore in gola quando scorsi l'uomo in uniforme che mi stava aspettando nello showroom dandomi la schiena. Forse era rimasto ferito in un incidente qualcuno di mia conoscenza? Avevano svaligiato il mio appartamento? La mia carriera di pedone distratto era infine giunta al termine? "Posso aiutarla?" L'uomo si voltò e rimasi perplessa. Il volto mi era familiare, ma non lo collegavo a una divisa militare... "Tommy?". Tommy Andersen era uno scrittore senza nemmeno un briciolo di conformismo nelle ossa... cosa diavolo ci faceva con l'uniforme da poliziotto? Il ragazzo sorrise e si tolse il cappello. I capelli tagliati corti, le basette ben regolate. Era già stato al salone di Linda? Mi percorse con lo sguardo e sentii un brivido scendermi lungo la schiena. Dalla sua esitazione mi accorsi che lui provò la stessa sensazione di consapevolezza. Rimanemmo così, a fissarci l'un l'altro senza parlare; come poteva essermi sfuggita in precedenza l'incredibile attrazione chimica tra noi? "Tu devi essere Jane" mormorò. Ero confusa. "Sono Teddy Andersen, il fratello di Tommy. Siamo gemelli." Cominciai a notare le sottili differenze. Le spalle leggermente più ampie, gli occhi più scuri... "Oh... ciao." Negli occhi gli brillò un lampo di divertimento. Doveva essere abituato ad essere scambiato per il fratello. "Tommy mi ha chiesto di portarti un messaggio. Ma non mi aveva confessato che tu fossi così..." Arrossì e si rigirò il cappello tra le mani. "Mi dispiace, solo non mi sembra che tu sia il tipo di donna con la quale solitamente esce mio fratello." Non ero certa di come valutare quelle parole, ma sentii l'obbligo di chiarire "noi non uscivamo realmente insieme." Teddy arrossì ancora più violentemente. "Intendo dire che sembri così... normale. E carina. Di solito Tommy esce con ragazze con le calze fosforescenti, i capelli blu e il corpo ricoperto da tatuaggi... insomma, quel genere di donna." "Ah..." mi sentii meglio. "Tommy sta bene?" "Sì. Mi ha chiesto di darti questa." Mi porse una busta chiusa. Sospirai, cominciando a intuire perché alla radio avessero parlato di quattro candidati e non cinque. "Mi dispiace" mormorò Teddy. "Conosco mio fratello, e posso immaginare che genere di lettera sia." Comprendendo quello che voleva significare, sollevai lo sguardo su di lui. "Va tutto bene" lo tranquillizzai. "Tommy e io non eravamo così legati dopotutto." Teddy parve sollevato. "Pensavo invece che tra voi fosse una storia seria, almeno fino a quando non mi ha consegnato quella lettera chiedendomi di recapitartela il più presto possibile." "E' una lunga storia" mormorai, "ma credimi, Tommy non mi deve assolutamente nulla." Teddy appariva imbarazzato. Era forse abituato a sistemare le faccende che suo fratello lasciava in sospeso? Rivolsi un fugace sguardo alla sua mano sinistra senza anello e mi ritrovai a desiderare di averlo conosciuto prima. "Senti, forse non rimedierò alle cattive maniere di mio fratello, ma vorresti uscire a pranzo con me?" Il brivido che avevo sentito in precedenza si ripresentò, ancora più intenso. Morivo dalla voglia di dimenticarmi della questione del milione di dollari e uscire a pranzo con questo ragazzo, completamente all'oscuro dell'intera vicenda. Ma i miei cinquanta giorni stavano trascorrendo velocemente, e il programma alla radio sarebbe cominciato entro pochi minuti. "Mi dispiace" borbottai, indicando con un gesto vago il locale dietro di me. "Devo lavorare." Lui annuì. Mi morsi la lingua per non invitarlo un altro giorno: dopotutto avevo già troppi uomini nella mia vita. Il tenente Andersen si congedò sfiorandosi la visiera del cappello con la mano, poi posò la mano sulla maniglia della porta e l'aprì. Prima di allontanarsi si voltò verso di me, ma non disse nulla. Si limitò a sorridermi. Mi accigliai e resistetti alla tentazione di corrergli dietro; sarebbe semplicemente stata una fuga dalla mia attuale situazione. Tornai alla mia scrivania proprio nel momento in cui terminò la pubblicità alla radio e lo speaker riprese la trasmissione. "Siamo nuovamente in diretta dal salone di bellezza dove si è accomodato sulla poltroncina il primo dei candidati alla mano di Jane Browning, pronto a farsi tagliare i capelli e, nello stesso momento, disposto a rispondere alle domande della nostra Linda. Qual è il suo nome, signore? E come si guadagna da vivere?" "Mi chiamo Billy Renaldi e sono un vigile del fuoco." "Un uomo abituato a rischiare la vita, non è così?" Billy esitò. "Capita raramente." Fatalista o ottimista? Non seppi decidermi. "Come vuole che le siano tagliati i capelli, Billy?" "Solo una spuntatina." Potevo immaginarlo mentre si rigirava il casco da pompiere tra le mani. "Bene, adesso passiamo la parola alla nostra amica Linda, pettinatrice e coinquilina di Jane Browning. Linda, è vero che Jane in questo momento ci sta ascoltando?" "Sì" rispose Linda. Già. Io ero all'ascolto... così come almeno mezza Atlanta! Posai la testa sulla scrivania. "Vai avanti!" la esortò lo speaker. "Bene, Billy" cominciò Linda, "cosa pensi del fatto di sposare una donna che conosci solo da poche settimane?" "Credo che si possa intuire subito se ti puoi fidare o no di una persona. Con il mio lavoro è difficile avere il tempo per conoscere delle ragazze; non credo che sia importante il modo come io e Jane ci siamo conosciuti... ciò che conta è quello che adesso entrambi sentiamo." Sollevai la testa: più dieci punti! "Ma credi che saresti felice se sposassi Jane?" "Entrambi siamo delle belle persone e amiamo gli animali. Ci sono matrimoni con basi meno solide di queste." Mm... cinque punti in meno. "E per quanto riguarda il sesso?" Billy rise. "Sono pienamente favorevole, e sono una persona fedele." Più venti. "Ho finito, Billy. Grazie di tutto." Il commentatore annunciò un'interruzione pubblicitaria e io trassi un profondo sospiro. Tra poco sarebbe finito tutto. "Ed eccoci tornati in diretta dal salone di bellezza dove si è appena accomodato il candidato marito numero due. Ci dica il suo nome, signore, e la sua professione." "Sono il dottor Jake River, sono un pediatra." "Un'altra persona avvezza alle situazioni difficili che la vita può presentare!" Il pubblico rise, io mi rabbuiai. "E' tutto tuo, Linda." Si udì un rumore metallico di forbici in azione, poi la voce di Linda. "Dottore, cosa pensa dei matrimoni combinati?" "Nella mia cultura di nativo americano i matrimoni
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